20 Set Quando la Black Hat SEO incontra la White Hat SEO: ecco la Grey Hat SEO
Hai mai sentito parlare di black SEO o White Seo? No? E allora ecco a te
le 50 sfumature di SEO 😉
Lavorando in questo settore, ne abbiamo sentite di tutti i colori, dato che sono tanti gli approcci che i diversi professionisti adottano per posizionare un sito web. I vari cappelli (hat in inglese) corrispondono infatti alle diverse strategie applicate per il posizionamento organico. Vediamo quindi quali sono.
Tecniche White Hat SEO:
sono le più pure, quelle che
rispettano al 100% i dettami di Google. È una strategia senza trucco e senza inganno, che richiede tempo ed energie per sortire risultati positivi. Ma è anche quella che dà più soddisfazioni e che rischia meno le penalizzazioni. Insomma è la SEO che ci piace, quella fatta di link building, di ricerca e analisi delle parole chiave più adeguate, di creazione di contenuti di qualità.
Tecniche Black Hat SEO:
la Black Hat SEO è la
SEO cattiva in quanto cerca di imbrogliare i motori di ricerca. Si tratta quindi di tutta una serie di attività scorrette, come ad esempio l’inserimento di testo e link nascosti o il keyword stuffing (infarcire il testo con la parola chiave, che è ripetuta in maniera innaturale) o lo spam di link.
La Black Hat SEO è fortemente sconsigliata, primo perché è scorretta, secondo perché danno risultati effimeri. Sono infatti delle scorciatoie per arrivare a un obiettivo che invece si raggiunge con impegno e costanza.
E la Grey Hat SEO?
Dal mix di White e Black Hat SEO esce la Grey Hat SEO. Questa strategia prevede di applicare tecniche “
pulite” con l’aggiunta di qualcuna un po’ più “
spinta” e sopra le righe. Questo metodo è usato per velocizzare un po’ le procedure, minimizzando però il rischio di penalizzazioni. Se è fatto da un professionista di grande esperienza, porterà buoni risultati e sembrerà naturale; al contrario diventerà a tutti gli effetti Black Hat SEO.
Nel dubbio noi preferiamo sempre il bianco! Tu che ne pensi invece?
No Comments